Silvio Costabile è nato a Torre del Greco, in provincia di Napoli, nel 1954. Vive e lavora a Roma.
Figlio d’arte, il padre Leonardo era, nell’antica tradizione della sua città, ottimo incisore di cammei e
coralli, pittore ed amante dell’arte.
È cresciuto giocando tra conchiglie e coralli, tra bulini e pennelli, tra libri d’arte e gli odori degli oli.

Dall’infanzia ad oggi non ha mai smesso di disegnare, dipingere, creare le sue opere sviluppando sempre
nuove tecniche.
Ha cominciato ad esporre da ragazzo nei primi anni settanta.
Il mare ed i suoi elementi, l’acqua, gli scogli, le pietre, le sabbie ritornano costantemente come soggetto e
come oggetto delle sue opere.

Lavora con varie tecniche:
matite, acquarelli, chine su carte; carte incollate e colorate con inserti di vari
materiali su carte e cartoni;
realizza pannelli, tavole, oggetti a rilievo, con sabbie di diversa natura e colore, conchiglie, detriti, legni,
vetri, frammenti e vari materiali depositati dal mare sulle spiagge, ed ancora con gesso, resine sintetiche,
tessuti, smalti, pigmenti colorati.

Silvio Costabile
Via dei Campani, 26 - 00185 – Roma
Tel: 06/44701301 – 335/5280092
E-mail: silvio.costabile@libero.it



Storia e tecnica dell'acquerello

I colori per l'acquerello si ottengono mescolando pigmenti in polvere con una sostanza addensante solubile in acqua, la resina di acacia, detta gomma arabica, che serve a solidificare il colore e a legarlo al supporto. La stesura si effettua stemperando in acqua i colori con il pennello al momento dell'uso. Il termine "acquerello" compare nel Settecento, ma fin dall'antichità sono state utilizzate tecniche basate sullo stesso principio, ad esempio per i papiri dell'antico Egitto o per le pitture a inchiostro in Estremo Oriente. L'acquerello discende dalla tecnica medievale della miniatura, per la quale si utilizzavano pigmenti uniti a chiara d'uovo o gomma arabica; anche la tecnica dell'affresco era basata sull'uso di pigmenti solubili in acqua, con l'aggiunta però, in età bizantina e medievale, di sostanze opacizzanti di colore bianco (calce o gesso), in modo analogo a quanto avviene nella tecnica moderna della gouache.

I primi acquerelli in senso moderno sono probabilmente gli studi di paesaggio, animali e piante di Albrecht Dürer, il più importante artista tedesco del Rinascimento. Usando insieme la penna e l'acquerello Dürer ottenne una sintesi perfetta tra la luminosità dei colori e la descrizione minuziosa dei particolari. Nel Cinquecento e nel Seicento i colori ad acqua più usati furono gli inchiostri, adatti a realizzare schizzi e studi monocromi. Alcuni artisti come il Guercino, Claude Lorrain e Rembrandt si servirono del bistro (fuliggine di faggio in sospensione acquosa, di colore marrone) e della seppia per riprodurre sinteticamente gli effetti atmosferici e il gioco della luce naturale nei loro studi di paesaggio. Solo alcuni paesaggisti olandesi sperimentarono in questo periodo l'uso dei colori.

A partire dalla metà del Settecento, l'acquerello trovò ampia diffusione in Inghilterra. Artisti come Paul Sandby valorizzarono le risorse del mezzo applicando direttamente il colore sul foglio senza disegno preliminare. Questa importante innovazione condusse a maturità la tecnica, decretandone il successo. Si ampliò di conseguenza anche la gamma dei soggetti, fino a includere le scene visionarie di William Blake e i temi di satira sociale di Thomas Rowlandson.

La tecnica dell'acquarello acquistò a partire dall'Ottocento una dignità ed una considerazione senza precedenti: l'eccezionale capacità da parte della pittura ad acquerello di riprodurre le atmosfere paesaggistiche, infatti, ne fa una tecnica molto apprezzata fra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento in Inghilterra, allorquando la sensibilità romantica si rivolge con rinnovati accenti alla rappresentazione della natura.

Il romanticismo inglese interpretò il paesaggio in base agli ideali complementari del "pittoresco" e del "sublime". Gli acquerelli di John Robert Cozens riflettono questa oscillazione, e le sue vedute delle Alpi svizzere ebbero un influsso determinante su Thomas Girtin e J.M.W. Turner, i maggiori acquerellisti inglesi. Turner ne ricavò una varietà di effetti insuperabile, traducendo la vibrazione della luce in stesure di abbagliante luminosità e squillanti contrasti di colore. Soltanto cinque i colori di base impiegati dagli acquerellisti inglesi: ocra gialla, terra di Siena bruciata, rosso chiaro, blu Monastral, nero d'avorio.

Nell'Ottocento l'acquerello fu molto popolare in Europa, ma solo gli studi del pittore romantico Eugène Delacroix e, in seguito, gli esperimenti degli impressionisti segnarono un reale progresso nell'uso ormai ripetitivo e virtuosistico della tecnica. Per la rapidità di esecuzione e, quindi, la possibilità di trasporre in opera con immediatezza il concetto artistico, per l'evanescenza e nello stesso tempo la sinteticità nonché per la delicatezza luministica, l'acquerello consente una pittura molto personale, intima, espressione fedele dell'umbratile vibrare dell'interiorità, particolarmente congeniale all'animo sensibile e tormentato del Romanticismo.
Con l'opera di paesaggisti del valore di Turner, Constable e Bonington l'acquerello assurge così al rango di genere autonomo.

Sono da ricordare anche i disegni acquerellati di Paul Cézanne, spesso paragonabili per qualità ai dipinti, caratterizzati da una stesura personalissima fatta di minuscoli tocchi. A partire dal 1870 questa tecnica si affermò anche negli Stati Uniti, specialmente a opera di John Singer Sargent e di Winslow Homer.


Per ragioni legate all'affermarsi dei nuovi movimenti, la fortuna dell'acquerello come mezzo espressivo autonomo è notevolmente diminuita nel XX secolo. Tuttavia non sono mancati grandi artisti, come Emil Nolde, Edward Hopper e Paul Klee, che l'hanno utilizzato con esiti di grande felicità espressiva. Importante oltre alla scuola americana nel Novecento, con Ben Shahn, anche quella inglese con Burra, Nash, Jones, e quella tedesca con Klee negli anni della Bauhaus.

 

Alcuni artisti che hanno usato la tecnica dell’acquerello:

Albrecht Dürer

Canaletto (Giovanni Antonio Canal)

Carl Larsson

Claude Lorrain

Claude Monet

Emil Nolde

Eugène Delacroix

Giorgio Morandi

Giuseppe De Nittis

Guercino

Jean-Michel Folon

Joseph Mallord

William Turner

Leonardo da Vinci

Pablo Picasso

Paul Cézanne

Rembrandt

Tiziano Vecellio       

Vincent Van Gogh

COLORI per ACQUERELLO

Gomma arabica - Diluisce i colori ad acquerello rendendoli più elastici e aumentandone la lucentezza.
Composizione: gomma arabica.

Vernice opaca per acquerello - Protegge disegni e dipinti. Asciuga in poche ore e non provoca variazioni di colore. Non ingiallisce e resiste all'umidità.
Composizione: resine sintetiche incolori, acquaragia, silice.

Spray protettivo - Protegge i lavori eseguiti con colori ad acquerello, a tempera e ad inchiostri. Vernice ad essiccazione rapida, incolore e non ingiallente. Rende l'opera resistente all'umidità. Dona trasparenza agli strati opachi e rende più profondi i colori.
Composizione: resina acrilica incolore sciolta in acquaragia.

Lattice per mascherare – Protegge temporaneamente parti del supporto. Colore grigio neutro, essica in 5/10 minuti. Diluibile con acqua. Si utilizza anche con inchiostri e altri tipi di colore ad acqua. Danneggia i pennelli.

Composizione: gomma naturale.

Fiele di bue - Sgrassa i supporti per evitare formazione di macchie. Può essere utilizzato puro per uniformare la superficie del supporto. Impedisce che il supporto trasudi colore. Consente un'adesione migliore su supporti impermeabili. Da usare con parsimonia.
Composizione: Sostanza sintetica sciolta in acqua.

 

Bibliografia

Maiotti E. Manuale pratico di grafica, Milano, Fabbri Editori, 1985

Maiotti E. Manuale pratico di acquerello, Milano, Fabbri Editori, 1992

Colantuoni S. C. Acquarello, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1986

Smith S. Manuale dell'artista, Bologna, Zanichelli editore, 1985